PALAZZO ALBRIZZI-CAPELLO

Palazzo Albrizzi-Capello

 

A Venezia ci sono tre Palazzi Albrizzi:

la casa madre, Palazzo Albrizzi-Bonomo, si trova nelle vicinanze di Campo San Polo

questo Palazzo Albrizzi è situato al numero civico 4118 di Cannaregio,

il terzo si trova a San Cassiano.

 

Nell' "Arbore Genealogico” della Eccellentissima Famiglia Capello Nob. Ven. - nobiltà acquisita grazie al supporto dato alle campagne militari d’Oltremare della Repubblica Serenissima – troviamo nell’850 Steffano Capello, Tribuno delle Isole e nel 1500 Michele Capello, del ramo di San Polo, che seppe meritare "per grandezza d'animo e bontà di costumi" il soprannome di Catone. Nel 1536 Michele Capello acquistò il Palazzo da Sebastiano Contarini. Nel XVII secolo veniva incorporato nella proprietà della Famiglia Albrizzi, quale bene dotale, in occasione del matrimonio di Elena Capello con Giuseppe Albrizzi (1665 circa).

I Capello, originari di Capua, da cui l’appellativo di “Capuelli - Capello o Cappello nel tempo” loro attribuito, furono tra i primi proprietari del Palazzo.

E' difficile in poche righe riassumere la vita di questa famiglia, che era suddivisa in sette rami (San Polo, Santa Maria Mater Domini, Laterano, ...), e che vanta nel corso dei secoli, fra i suoi membri, uno dei tre capi dei Dieci, membri del Consiglio dei Dieci, Ambasciatori, Capitani Generali da Mar, Senatori, Procuratori, qualche Vescovo e stretta parentela con il Doge Mocenigo  e con il Doge Loredan Priuli.

Anche le donne Capello seppero distinguersi, come Bianca Capello, Granduchessa di Toscana, e Fiorenza Capello (1500-1600) che seppe fronteggiare lo strapotere del marito-padrone, tanto da lasciare la sua casa poichè il loro rapporto si era del tutto incrinato. Dalle sue lettere e da quelle del marito traspare lo scontro tra il loro amore e il dominio del marito cui la donna e i figli dovevano sottostare sempre e in silenzio.

 

Anche la chiesa di Santa Maria Formosa porta i segni di questa famiglia: sulla facciata della chiesa verso il rio, c'è il monumento funebre dell'ammiraglio Vincenzo Capello con lo stemma famigliare in alto (v. foto), mentre sulla facciata che da sul campo, in alto, ci sono i busti di tre Capello, Generali da mar, morti nelle guerre contro i Turchi.

Torniamo a Palazzo Albrizzi: l’edificio presenta la struttura della Casa Fondaco, con elegante Portego e sale laterali.

Il salone centrale del piano nobile è finemente decorato con stucchi di scuola ticinese e affreschi di Scuola Tiepolesca.

Dei quattro grandi affreschi laterali del portego, due rappresentano Ifigenia in Aulide con Achille e Ifigenia in Tauride con il fratello Oreste; gli altri due, sulla parete di fronte, Cincinnato mentre sta per ricevere le insegne di dittatore, e Coriolano, generale romano pronto a distruggere Roma con gli alleati Vosgi, mentre la moglie Volumnia e la madre Veturia  gli vanno incontro per fermarlo.

Sul soffitto tre affreschi:

nella prima lunetta, verso il rio, è rappresentata Venere.

Nel tondo centrale, il trionfo delle Virtù sui Vizi:

vi dominano tre Virtù, nel mezzo la Sapienza; a destra, la Giustizia; a sinistra, la Fortezza. Due figure alate combattono contro i Vizi: a destra, la Vanità, a sinistra l’Invidia, e al centro la Lussuria (figura ricostruita nel ‘900 dopo un bombardamento aereo degli Austriaci).

Nella lunetta, sul fondo, al di sopra del grande specchio, domina la figura di un uomo con la barba bianca, cui sono attribuite la gloria e la pace e in basso a destra la figura, minore, di un mercante con il caduceo di Mercurio, a simboleggiare il commercio, che avveniva tramite navi difese da cannoni contro i Turchi.

Gli Albrizzi erano commercianti, sopratutto di olio d’oliva che acquistavano in Puglia e nelle isole greche, zone contese dai Turchi.

Gli stucchi che decorano a intervalli regolari tutto il Portego, ancor oggi ben conservati,  sono realizzati con grande finezza e perizia. L’attribuzione non è stata ancor definita, potrebbe essere opera dell’ultimo Tencalla o del Castelli.

La Sala della Pace, che forma quasi un corpo unico con il Portego, ha le pareti tappezzate di damasco e conserva un elegante soffitto del Guarana. L’affresco rappresenta il Trionfo dell’Amore. Le divinità raffigurate sono:

Mercurio che invia una figura femminile alata a portare un messaggio di pace; al di sopra, a sinistra, Giove che rappresenta “il Potere” e a destra, Minerva che simboleggia “la Logica”; Venere con Cupido sovrasta tutti; lei libera delle colombe che  diffondono  l’Amore intrecciando fili d’oro nel cielo. L’affresco è completato da due figure, una danzante con le ali di farfalla l’altra con le ali d’angelo ed ha in mano la tromba per un grande annuncio. Un putto chiude il lavoro.

Figure danzanti, incastonate in medaglioni che conferiscono loro effetti chiaroscurali, chiudono il perimetro del soffitto circondato da tralci, da Najadi e Tritoni